Aiazzi

Personale d’arte di Antonio Aiazzi

Inaugurazione Sabato 17 Giugno ore 18,00

https://youtu.be/EAj5ObBkRho

Il gioco dell’arte

L’espressione artistica di Antonio Aiazzi inizia negli anni ’70 con gli ‘scarabocchi’, giochi grafici spontanei, impulsivi: il lapis traccia linee in libertà comunicando stati d’animo che poi, `a freddo’, pazientemente ritocca, elabora, modifica a china materializzando gli spazi vuoti: il risultato è una forma in negativo rispetto all’origine che mantiene e rafforza la carica vitale ed espressiva nella somma dei due momenti creativi.

Gli ‘scarabocchi’ sono l’incipit del suo cammino, si trova già qui ciò che viene arricchito nel tempo con nuovi strumenti, altri linguaggi, più vasti orizzonti.

Alcuni anni di inattività manuale servono ad Antonio per approfondire interessi storico-filosofici base indispensabile per una consapevolezza che lo conduce nuovamente al ‘gioco dell’arte’ come strumento di comunicazione.

Nascono così le ‘macchie’ come stop di una forma in movimento (`…fissa un attimo di un divenire perenne…’ A.A.).

Ferma l’attimo fuggente nell’eterno mutare degli eventi.

Il suo modus operandi? Quando lento e riflessivo, quando spavaldo e sperimentale: attento alle profondità dell’animo umano, al fascino dell’ignoto o giocoso come un fanciullo carico di curiosità e straripante di fantasia.

`…curiosità continua di fronte a tutto quello che ancora non appare o che si intuisce ci sia, come il fumo continuamente mosso dal vento…’ (confessa Antonio)

Ecco che i suoi lavori si ‘animano’ col variare della luce o cambiando il punto di vista dell’osservatore.

Entrano così in gioco altri ‘protagonisti’ parte integrante dell’opera: la luce che catturata dall’esterno combatte o si fonde con quella intrappolata all’interno ‘muovendo’ la staticità della materia e l’osservatore che spostandosi, opera altre variazioni ed entra nella stessa riflettendosi (…guarda ed è guardato … A.A.).

Negli ‘specchi’ l’autore individua la simbiosi fra l’osservatore e la cosa osservata ‘riproduzione’ della realtà così com’è, nuda e cruda, senza possibilità di contraffazioni, giudizi, opinioni.

I suoi ‘circoli’ o ‘sfere luminose’ rimandano la mente alla perfezione della forma, alla sua purezza, al significato simbolico della linea che nel suo percorso giunge ad abbracciare se stessa racchiudendo il tutto al suo interno.

Infine i ‘video’ di Antonio Aiazzi sono la completa ‘liberazione’ della linea e della forma affrancate dalla staticità per manifestarsi nel loro divenire, nel trascorrere la vita fra nascita e morte.

(Bona Baraldi)

 

ANTONIO AIAZZI – BIOGRAFIA

Antonio Aiazzi nasce a Firenze il 19 aprile del 1943, frequenta il liceo artistico di piazza San Marco e si laurea in architettura a Firenze nel 1972.
Insegna elementi di architettura e materie artistiche fino all’inizio degli anni ’90, presso il liceo artistico di Lucca, scuola d’arte di Carrara, istituto d’arte “Duccio da Boninsegna” di Siena.
Dal 1968 alterna la professione di architetto con quella di pittore e grafico. Prende parte alla vita artistica del suo tempo a Firenze con partecipazione a esposizioni in Italia, ricevendo premi e riconoscimenti.
Nel ’73 fa parte del gruppo “il segno 73” con Nativi, Tredici, Fallani, De Poli e altri.
Una parte della vita viene trascorsa viaggiando un po’ in tutto il mondo, ma il tempo maggiore viene passato in Brasile, dove continua la sua attività artistica ed espositiva, fra colori, luci e suoni forti.
Un tempo questo, sempre pieno di emozioni intense e vigorose, che segneranno definitivamente il suo animo.

Antiquariato

Antiquariato in Palazzo Malaspina

Eccellenza artistica degli antiquari fiorentini in mostra a Palazzo Malaspina

Giunge alla quarta edizione la mostra “Antiquariato a Palazzo Malaspina”, allestita negli spazi dell’edificio rinascimentale. Un incontro con l’arte, un itinerario nel passato che il palazzo, fulcro del borgo medievale, ospiterà tra le sue sale nei giorni 29-30 aprile e 1-6-7 maggio 2017.banner_antiquariato

L’evento espone l’eccellenza artistica ed espositiva di un gruppo di antiquari che operano nell’area fiorentina.
Ai visitatori sarà offerta la possibilità di fare un viaggio tra epoche e stili diversi in una cornice unica, San Donato, che per quattro giorni diventerà capitale dell’eleganza, della raffinatezza, della bellezza antica.

La mostra è articolata su più livelli: saranno esposti mobili, opere d’arte tra cui dipinti e sculture, arredi da giardino, oggettistica, stampe e libri antichi, oggetti di arredamento, pezzi unici che coprono un arco temporale che va dal 1600 ai primi del ventesimo secolo.

INGRESSO LIBERO

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Dal 21 Gennaio 2017 al 19 Marzo 2017
Inaugurazione Sabato 21 Gennaio ore 17.30

Orari di Apertura Mostra
Ven: 16.00 – 19.00
Sab: 9.30 – 12.30 / 16.00 – 19.00
Dom: 9.30 – 12.30 / 16.00 – 19.00

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C’è uno spazio intermedio tra la forma e la percezione di essa. In quell’intervallo, utilizzando delle riconoscibili rette e curve, si compone un nuovo equilibrio. In esso diventa possibile ritrovare il tratto inconfondibile dell’uno, unico e non classificabile, che ci consegna una visione in netto contrasto con il flusso seriale dell’immagine contemporanea. I contorni del corpo, la loro precisa irregolarità,e la sfumatura su di essi,sembrano determinati, con forza sensuale, a divenire non solo Soggetto, ma anche contesto. A/a è con la luce che possiamo rivelare le potenzialità del mutamento. Lo stesso frammento presenta una nuova intenzionalità. Aspetti del corpo vengono captati in inquadrature che ci pongono sempre più domande capaci, a volte, di ribaltare i punti di partenza. Una pausa, un busto flesso, il toccarsi di due corpi, lo sfiorare il proprio, sono potenza e atto di una rivelazione che è quella dell’intimità di chi ha scattato, di chi ha concepito l’intera opera.
Marianna Porro

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Elvio Pierattini nasce a Formia, Latina, nel 1983. Laureato in Scienze dei Beni Storico-Artistici, Musicali, Cinematografici e Teatrali presso l’Università degli Studi di Siena e diplomato al Centro Sperimentale di Fotografia di Roma, inizia ad occuparsi di fotografia e video arte sin da giovanissimo, concentrandosi sull’arte figurativa. Numerose sono le collaborazioni con gallerie d’arte e spazi espositivi tra cui il Palazzo delle Papesse – Centro d’Arte Contemporanea – e il Centro Culture Contemporanee Corte dei Miracoli. Il suo approdo creativo persegue la purezza della forma, e, al contempo, celebra la carnalità e sensualità nella relazione tra i Soggetti. Forte l’esigenza di una composizione in cui si fondano Eros e Spiritualità. Le linee aspirano al classico, al formalismo della bellezza. I volti non si rivelano, come a descrivere l’universalità della loro identità.

SKIM

Mostra personale “Christmas Gift… Surprise!”
Palazzo Malaspina 8 dic 2016 – 8 gen 2017
Venerdi 16.00-19.00
Sabato 9.30-12.30 – 16.00-19.00
Domenica 9.30-12.30 – 16.00-19.00

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Nato a Firenze nel 1985 Francesco Forconi, in arte SKIM, scopre fin da piccolo la sua passione per l’arte soprattutto il mondo dei graffiti. si diploma in grafica pubblicitaria all’Istituto d’Arte di Firenze nel 2006 e poi alla Scuola Internazionale di Comics in Animazione nel 2009. Seguire il percorso di SKIM non è cosa semplice. stiamo parlando di un artista assai eclettico, cresciuto tra scuola d’arte e strada, che al contempo impara ad esprimersi come pittore, graffitaro. illustratore e graphic designer. SKIM rivela una sensibilità nell’uso di colori vivaci ed accattivanti propria a pochi, cosi come la sua tecnica, connubio perfetto tra old school e innovazione, che definisce nettamente il suo stile ironico, caustico e poetico. Con il suo stile interpreta le storie e le ambientazioni più disparate: analizza la quotidianità e la traduce in arte, di strada o di studio, sorprendendo lo spettatore per il contrasto tra l’esplosione di colore delle suo opere e il messaggio mai banale che vuole trasmettere con esse. SKIM rappresenta un’arte diversa, attraente e piacevole da osservare, e con il suo motto “In Color We Trust” si sta facendo largo con mostre e performance in contesti nazionali ed internazionali. i suoi graffiti si trovano in giro per l’Italia e porta avanti il suo progetto di colorare insieme ai bambini i grigi muri delle scuole.

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Molte le mostre che ha realizzato soprattutto in musei e palazzi storici
— Premiato Miglior giovane artista della Toscana nel 2013
— Premiato da Giuliano Ghelli per la mostra all‘ACI nel 2014
— Premiato da Vittorio Sgarbi a Vernice Art Fair a Forlì nel 2014

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